Chirone: la ferita che possiamo curare ma non guarire

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La posizione di Chirone  nel  tema natale individua la nostra ferita più grande. La casa che lo ospita  può indicarci dove siamo stati in qualche modo danneggiati, indica il tipo di ferita che ci portiamo dietro dall’infanzia o dalle vite precedenti per chi crede nella reincarnazione. Ci parla dunque di una forte sofferenza di cui occorre imparare ad essere consapevoli.

Spesso si mette l’accento sul fatto che questa esperienza di sofferenza e dolore  ci potrebbe/dovrebbe permettere di acquisire la capacità  di comprendere anche  il dolore degli altri e conseguentemente di aiutarli ma sappiamo che questo passaggio non è scontato e che  ognuno di noi risponde alla sofferenza in maniera diversa.

A questo riguardo, Liz Greene mette l’accento sul fatto che nel mito Chirone non diventò guaritore a causa del fatto che venne ferito. Per la Greene  “Questa è un’interpretazione ottimistica che mira a dare un senso al dolore della vita, assegnandogli uno scopo e un significato”.

In realtà,  il dolore di Chirone, nel racconto mitologico, non serve uno scopo così nobile. “Lui è già guaritore e maestro prima di essere ferito. Possiamo assumere che sia già ferito in quanto è solo”. Dunque, non è stato il dolore a trasformarlo in un guaritore.

Liz Greene considera piuttosto  Chirone come essenziale per comprendere la consapevolezza  del nostro Sole. Come a dire che per vivere la vita pienamente, bisogna confrontarci con la parte in noi che sceglierebbe piuttosto la morte. La polarità Speranza/Disperazione, istinto di vita/istinto di morte, può essere illustrata, secondo l’autrice,  attraverso il simbolismo della polarità Sole/Chirone, i quali, anche quando non sono in aspetto in un cielo natale, sono sempre comunque presenti e formano una energia dinamica all’interno della personalità.

Il mito ci insegna che  Chirone non è responsabile della propria miseria ma è piuttosto  vittima delle circostanze. Una creatura buona che soffre senza avere nessuna  colpa.  Chirone è l’immagine di ciò che dentro di noi è stato ferito ingiustamente e in condizioni inesplicabili.

Chirone non poteva guarire dalla sua ferita ma non poteva neppure morire. Questo è un punto centrale. Sicuramente Chirone ci segnala nel tema qualcosa che per noi è inaccettabile. Eppure, la tematica simboleggiata da Chirone non si può cambiare, pertanto l’accettazione è la sola chiave. Nel tema indica aspetti sofferenti di noi  che in nessun caso si possono modificare. La ferita simboleggiata da Chirone può essere lenita ma rimane.

Solo nel momento in cui smettiamo di cercare una risposta che non c’è e accettiamo, ritroviamo la nostra forza.

Sempre Liz Greene dice che “appartengono al regno di Chirone quei danni psicologici e fisici le cui cause  non si  riconducono a sconfitte individuali o parentali, ma all`eredità genetica o a disastri collettivi come l’olocausto …. In questo ambito i nostri sforzi individuali, accesi dal Sole, raffinati e messi a fuoco dai pianeti personali, rinforzati e strutturati da Saturno, sono minacciati o danneggiati da forze vitali insite nella società, nella storia e nella psiche collettiva. Non abbiamo nessun controllo su di esse e come individui non possiamo esserne responsabili.

In questo senso possiamo dire che Chirone  è il nostro Karma.

Karmicamente rappresenta la modalità in cui si manifesta il disagio, la difficoltà dell’anima all’interno dell’incarnazione presente e mostra il settore della vita da cui nascono le paure profonde ed inconsapevoli, una zona in cui manca la fiducia.

Che sia simbolo di una violenza subita o agita, di una ferita che ci è stata inferta, conseguenza di un incidente esterno o del lato distruttivo della persona, sembra comunque riferirsi  a qualcosa che deve morire ed essere dunque lasciato alle spalle. L’accettazione consente di trasformare il risentimento e la rabbia in comprensione profonda.

Non a caso viene da molti  considerato Maestro interiore.

In positivo Chirone permette anche soluzioni creative. E’ forte nei temi degli psicoterapeuti, dei guaritori. In sesta casa, al Sole o  all’ascendente ci parla di un vero guaritore. Ma per accedere a queste potenzialità è necessario lavorare per cauterizzare la propria ferita. Solo così, avendo precedentemente cauterizzato la propria ferita,  si può accompagnare gli altri verso un processo di cura, di risanamento. Alcune ferite sono guaribili, altre mitigabili. Qualcuna resta insanabile, ma possiamo imparare a conviverci. Il compito di chi si occupa di “cura”,  Astrologi compresi,  è curare prima se stessi. Solo in seguito si potrà essere capaci di accogliere le persone con le loro ferite.

Chirone, un semidio metà uomo e metà cavallo, metà divino e metà animale ci esorta ad accettare i limiti della nostra mortale esistenza.

La guarigione riferita a Chirone passa attraverso l’accettazione del nostro essere umani, dei nostri limiti, delle nostre imperfezioni e della nostra  mortalità. Chirone ci insegna l’umiltà di fronte a forze superiori.

Ora, possiamo pensare che ciò che  conta davvero non sia la ferita, ma il rapporto che l’individuo  instaurare con la ferita stessa:  le dinamiche attuate, i tentativi di soluzione/guarigione sia  falliti che  riusciti, la capacità di reagire, le abilità che possono essere sviluppate come conseguenza e soprattutto la successiva trasformazione. 

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