ACuradiGM_2

I transiti, come è noto,  rientrano tra le tecniche previsionali e personalmente condivido il pensiero di quegli astrologi che ritengono i transiti un sistema perfettamente autosufficiente.

Ma il proposito dell’astrologia moderna non è tanto quello di prevedere eventi. La lettura del Tema Natale equivale piuttosto ad  un’indagine approfondita delle tematiche psicologiche della persona,  in una prospettiva di continua trasformazione interiore. Secondo questo approccio le forze astrologiche ci aiutano a comprendere il nostro panorama interno e le sfide evolutive che stiamo per affrontare.

In generale, possiamo affermare che i punti di svolta della vita di tutti noi sono temporizzati dall’astrologia.

A seconda della Carta Natale di ognuno, in qualsiasi momento della vita, potremmo sperimentare un determinato transito. E’ possibile sperimentare il transito di Nettuno in opposizione a Venere a 19 anni come a 54, così come è possibile non sperimentarlo mai. E’ possibile sperimentare il transito di Plutone sul Sole a 50 anni o a 12, così come è possibile non sperimentarlo mai. Infatti, data la lunghezza del periodo orbitale di questi pianeti lenti, non è detto che certi aspetti si formino nell’arco di una vita.

Per sapere quando un determinato transito interesserà una determinata persona, dobbiamo conoscere la sua Carta Natale.

Vi è però una classe di transiti particolare, ovvero quelli che riguardano gli aspetti che un pianeta fa a sè stesso, cioè con la sua posizione di nascita.  Conoscendo il periodo orbitale di un pianeta, e sapendo che i periodi orbitali sono costanti, sappiamo quanto tempo impiegherà a compiere l’intero giro dello zodiaco e dunque a ritornare alla sua posizione natale. Dunque, facendo semplici calcoli sapremo anche quanto ci impiegherà a quadrare sé stesso o ad opporsi a sé stesso. Non lo sapremo esattamente perché i pianeti accelerano e rallentano durante il loro percorso intorno al Sole ma lo sapremo con una buonissima approssimazione.

Ad esempio, poiché Saturno impiega circa 29 anni a compiere l’intero giro dello zodiaco, possiamo affermare con certezza che chiunque, intorno ai 29 /30 anni, sperimenta il ritorno di Saturno. Altrimenti detto, sperimenta Saturno di transito che  si congiunge con Saturno natale, o radix che dir si voglia.

Determinati eventi astrologici dunque, tipo il ritorno di Saturno, coincidono con determinate età anagrafiche e questo vale per ciascuno di noi.

Possiamo allora  dire che il ciclo della vita umana è scandito da un determinato quadro astrologico.

E’ necessario, ai fini di questo discorso, distinguere tra pianeti veloci e pianeti lenti. Sole, Mercurio, Venere, Marte e in parte Giove sono veloci e  dunque i loro transiti si ripetono frequentemente. Ad esempio, ogni due anni circa avremo Marte che si congiunge al nostro ascendente. Saturno, Urano, Nettuno e Plutone, sono invece pianeti lenti, dunque i loro transiti sono rari o rarissimi  e in alcuni casi li sperimentiamo una sola volta nella vita. Ad esempio Urano può passare una sola volta sulla sua posizione natale.

Per questo diciamo che l’importanza di un transito è in funzione della sua eccezionalità e  della sua durata.

In qualsiasi ciclo planetario distinguiamo quattro fasi principali, quattro momenti cruciali: il primo avviene con il primo quadrato crescente del pianeta a sé stesso; il secondo con l’opposizione; il terzo con il quadrato finale e calante del ciclo. Il ritorno del pianeta, ovvero la congiunzione,  completa il ciclo in questione.

Per comprendere a fondo il significato dei diversi aspetti nei transiti, non si deve perdere di vista l’insieme e occorre tornare sempre all’idea di ciclo completo, di cui ogni aspetto rappresenta una sola fase.

Se il nostro tema natale ci mostra le nostre potenzialità e ci dice che tipo di seme siamo,  i transiti ci parlano dei tempi del nostro seme, dice Sasportas.

Rispetto alle orbite per Sasportas quando un pianeta transaturniano forma una congiunzione, un quadrato o un’opposizione ad un pianeta natale, gli effetti si percepiscono a 5° di distanza. Per trigoni e sestili parla di 3°/4°. L’influsso continua a farsi sentire fino a 2°, 3° successivi a quello in cui si forma l’aspetto esatto.

IL CICLO DI SATURNO

Il compito primario di Saturno è quello di dare struttura all’Io.

Questo pianeta simboleggia il rigore, la severità, la resistenza, la perseveranza, ci invita alla cautela e ci insegna che tutto, anche le potenzialità naturali, per realizzarsi, necessita di impegno e disciplina. Non regala niente ma ci insegna a gestire al meglio le nostre risorse.

I transiti di Saturno testano la struttura e la solidità interiore.  Durante i transiti, attraverso prove anche dure e limitazioni ci dà la possibilità di definire e rinforzare la nostra identità. Da un punto di vista psicologico, la costruzione di un una propria identità è lo scopo più importante della persona. L’identità non è però qualcosa di statico ma,   pur variando nel tempo, risponde a un’esigenza di coerenza dell’Io tale da permettergli un rapporto valido con l’ambiente sociale. Lo sviluppo dell’identità nell’individuo è dunque uno dei processi più importanti nell’ambito della psicologia. Durante il processo, che dura tutta la vita, l’identità si ridefinisce e a volte rinuncia a definizioni che sono diventate vecchie, obsolete.

Da un punto di vista astrologico il ciclo dell’identità è rappresentato da Saturno.

In una vita media noi possiamo sperimentare tre cicli di Saturno e dunque due ritorni. Chiamiamo così i  ritorni di Saturno alla sua posizione di nascita, dopo che ha completato il ciclo intorno al TN, ovvero un’intera orbita intorno al Sole. Il primo accade intorno ai 28/30 anni il secondo tra i 58 e i 60.

Procedendo di 7 anni in 7 anni, indicativamente avremo a 7 anni  la prima quadratura crescente,  a 14 anni l’opposizione, a 21 la quadratura calante, a 28 il primo ritorno, a 35 la seconda quadratura crescente e così via.

Il primo ciclo  riguarda la costruzione dell’identità personale in relazione alla ricerca di una nostra visione di vita. Nel passaggio all’età, a tutti gli effetti adulta, a 28 anni, si fa un primo bilancio e Saturno ci chiede di concretizzare, di realizzare ciò che magari fino a quel momento era stato solo ipotizzato, sognato.

Il secondo ciclo riguarda  la costruzione del proprio destino, del futuro. Se la vita adulta coincide con le aspirazioni interne, se la persona impronta la propria vita in maniera da vivere, sperimentare, la propria visione, siamo di fronte ad un successo. Alla fine del ciclo, il secondo ritorno marca il passaggio tra la maturità e la vecchiaia, in senso lato. Qui l’obiettivo è un passaggio consapevole e armonioso che ci consenta di dirigere sensatamente la nostra energia.

Il terzo ciclo  riguarda la spiritualità. Dovremmo imparare a lasciare andare ciò che abbiamo costruito per potercelo godere senza attaccamenti, pronti a lasciare ad altri dopo di noi.

IL CICLO DI URANO

Per prima cosa osserviamo che il periodo orbitale di Urano corrisponde alla durata della nostra vita  media, 84 anni.

Urano è simbolo per eccellenza dell’individualità, della libertà  e della ribellione a qualsiasi forma di limitazione. Quando associamo Urano al nuovo, dobbiamo avere ben chiaro che stiamo parlando di qualcosa che è nuovo per la nostra coscienza: Urano è colui  che al momento giusto ci fa cogliere qualcosa che in quel momento la nostra coscienza è in grado di sopportare. Ciò può arrivare sotto forma di insight, di folgorazione.

A 14 anni Urano forma un aspetto di sestile crescente con la sua posizione di nascita, marcando la fine dell’infanzia e l’inizio della pubertà. A 21 anni abbiamo la quadratura crescente. A 28 anni, sperimentiamo il trigono. Urano forma poi  un’opposizione alla sua posizione natale quando la persona ha 40/42 anni. In questo momento, che potremmo definire come corrispondente alla “crisi di mezza età”, viene data l’opportunità di  liberare ciò che fino ad allora non è stato vissuto. Urano è quella parte di noi che si attiva per risvegliare ciò che preme per essere riconosciuto.

Urano mira a porci in contatto con parti di noi, della nostra natura, che sono rimaste inesplorate.

Saturno e Urano vanno di pari passo nei cicli, lavorano in coppia. Saturno forma aspetti significativi con la sua posizione natale, circa ogni  7 anni:  a 7 anni si ha la prima quadratura, l’opposizione di Saturno a 14 anni  coincide con il primo sestile dell’Urano  di transito all’Urano natale,  la seconda quadratura di Saturno  a 21 corrisponde alla prima quadratura di Urano  a sé stesso.

A 56 anni avremo il trigono, a 63 la quadratura, a 70 il sestile e infine ad 84 la congiunzione che chiude il ciclo.

I transiti di  Urano possono  significare il periodo più creativo e produttivo della vita di una persona perché simbolicamente viene data l’occasione  di sperimentare nuove opportunità a tutti i livelli.

I transiti di Urano, come quelli di Nettuno e Plutone, indicano fasi di crescita interiore ma possono essere vissuti come destabilizzanti poiché scompaginano il nostro senso di identità. 

IL CICLO DI NETTUNO

In una vita media sperimentiamo il sestile intorno ai 28 anni in coincidenza con il trigono di Urano e con l’avvicinarsi del ritorno di Saturno,  la quadratura a 41 anni circa, il  trigono a 54, e l’opposizione che  avviene a circa 82 anni.

Nei transiti Nettuno sembra  abbattere i confini tra noi e gli altri  ma anche tra le nostre parti consce e inconsce. Possiamo associare Nettuno ad una consapevolezza più alta: siamo qualcosa di più di questo corpo, di questa personalità. Nettuno apre alla trascendenza.  Se navighiamo con successo i transiti di Nettuno abbiamo l’opportunità di operare salti di consapevolezza: consapevolezza dell’unità della vita nel suo complesso, della nostra connessione con il tutto.  Certo la dissoluzione dell’ego non è in automatico un’esperienza estatica. La perdita dei confini  può far  perdere la rotta, fare sfuggire alle responsabilità, indurre a rifugiarsi nell’oblio. Dunque, i transiti possono sempre essere impiegati costruttivamente o distruttivamente

IL CICLO DI PLUTONE

I transiti di Plutone ci portano a contatto, dolorosamente,  con la perdita. Che si tratti di un vero decesso o di una morte psicologica, come la morte dell’immagine di noi stessi, comunque corrisponde ad una morte.

Plutone viene sempre messo in relazione alla perdita perché effettivamente  distrugge le forme. Potrebbero cadere tutti i paletti di sostegno da cui traiamo il nostro senso di identità. Potremmo dover rinunciare ad attaccamenti.  Sicuramente non connota un periodo facile.

Quello che però  non dovremmo dimenticare è che i transiti di Plutone possono anche creare nuove forme. Credo non si colga la sua simbologia fino in fondo nel mettere  l’accento solo su ciò che perdiamo senza considerare  ciò che troviamo.

I transiti durano qualche anno. All’inizio si può avere la sensazione di non avere nessun controllo su niente, di essere in balia e di non avere nessun potere.  Successivamente accade di sperimentare la perdita e solo allora finalmente segue la comprensione del proprio potere.

E’ difficile collegare le sue fasi a precise età anagrafiche per via della sua orbita particolare. All’incirca, comunque sperimentiamo  a  40 anni il sestile e  a 62 la quadratura.

#astrologiadellavitaquotidiana

#gabriellamarangelliastrologa

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

×

Ciao! 

Clicca sul mio nome per cominciare a chattare.

× Contatta Gabriella