Benché la maggior parte delle persone tenda a percepirsi come nobile e buona, e a sentirsi dalla parte del giusto, noi non siamo solo ciò che ci immaginiamo di essere o che ci piacerebbe essere: dentro di noi vi è, infatti, un coacervo di dimensioni represse tra cui, ad esempio, rabbia, egoismi, invidia.
L’Ombra ci parla di queste dimensioni. L’Ombra è la parte oscura della nostra coscienza, ciò che la nostra mente conscia rifiuta e che pertanto non riconosciamo di noi stessi.
Eppure, come oramai ben sappiamo grazie al padre della Psicologia Analitica C.G. Jung, “l’Ombra è una parte viva della nostra personalità” e non è possibile in nessun modo impedirle di esistere, anzi, tanto più la neghiamo e la reprimiamo tanto più essa si dimostra distruttiva e pericolosa. “Se un’inferiorità è conscia si ha sempre la possibilità di correggerla… Ma se è rimossa e isolata dalla coscienza, essa non viene mai corretta”.
Certamente l’incontro con la propria Ombra può non essere qualcosa di piacevole. Per Jung l’incontro con sé stessi è una delle esperienze più sgradevoli e non a caso, infatti, la maggior parte delle persone tende a sfuggirvi, come è dimostrato dal continuo proiettare sugli altri e sul mondo circostante tutto ciò che sembra negativo e disdicevole.
“Non si raggiunge l’illuminazione immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l’oscurità interiore” scriveva lo psicoanalista che in diverse occasioni ha evidenziato che il riconoscere come effettivamente presenti gli aspetti oscuri della propria personalità è l’atto alla base di qualsiasi forma di conoscenza di sé.
Stando così le cose il nostro primo compito sarebbe dunque quello di accettare e integrare la nostra Ombra nella nostra personalità poichè solo dopo averla resa cosciente possiamo lavorare su di essa.
Perché dovremmo fare questa fatica? Perché il nostro benessere psicologico dipende molto da questo.
L’Ombra è ciò che noi non vorremmo essere (caratteristiche che l’Io qualifica come negative, sconce, sconvenienti) ma è anche ciò che non viviamo in maniera consapevole (aspetti di noi che, pur non avendo niente di osceno, sconveniente, ecc.. semplicemente non vengono espressi).
Tendenzialmente si tende a rifiutare o rinnegare gli aspetti meno desiderabili, meno nobili della propria personalità, per cui l’ombra è sì in gran parte negativa. Ci sono, tuttavia, aspetti positivi che possono anche rimanere nascosti nella propria Ombra (specialmente nelle persone con bassa autostima, ansie e credenze false).
Per questo l’integrazione dell’Ombra determina una trasformazione profonda della persona e un allargamento della sua consapevolezza.
Astrologicamente parlando, non credo si possa affermare che vi sia nel Tema Natale un solo simbolo che parli di Ombra (e di inconscio), la vediamo piuttosto rappresentata nella totalità della carta.
Gli elementi principali potrebbero essere i seguenti:
- l’elemento mancante. E’ l’elemento che ci avvicina alla dimensione inconscia poiché rappresenta la nostra maggiore difficoltà interiore;
- la casa settima, i pianeti ospitati e il suo governatore. Nella settima casa noi sperimentiamo l’attrazione per l’altro. Questa casa è di natura apparentemente estranea a noi in quanto opposta alla nostra casa prima, la casa dell’identità. Attraverso la casa settima siamo spinti verso relazioni con persone che ci evocano i contenuti rimossi;
- Il segno opposto a quello del nostro Sole (e forse in qualche misura anche quelli in quadratura). I segni opposti pur rimandando a personalità che sembrerebbero essere completamente diverse, sono in realtà tra loro complementari e ci mostrano ciò che dovremmo integrare in noi per tendere all’interezza. Un discorso analogo può essere fatto relativamente ai segni con cui un determinato segno forma un aspetto di quadratura.
Immagine: Dualismo – Andrea Cellocco