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Mi è recentemente capitato di rileggere una frase di Carl Rogers, uno dei massimi esponenti della corrente psicologica umanistica, che contiene, a mio avviso, una grande verità: “La sola persona che non può essere aiutata è quella che getta la colpa sugli altri”.

Eppure, la tendenza ad un atteggiamento deresponsabilizzato e vittimistico, che attribuisce sempre all’altro (il partner, il collega, il vicino di casa, il “destino”, il medico, l’avvocato….) la colpa dei propri insuccessi, dei propri errori, delle proprie sventure e della propria infelicità, è sempre più dilagante.

Le ragioni di questa diffusione sono sicuramente diverse e, anche se certamente non possiamo non considerare che viviamo in una società che anziché avversare questa “abitudine” finisce con l’incoraggiarla, dipendono in buona parte da fattori soggettivi.

Nell’ambito delle consulenze astrologiche, molte persone sono  convinte di poter individuare nel proprio Tema Natale la “spiegazione” della loro insoddisfazione: se “è scritto”, allora non dipende dal soggetto interessato bensì, appunto, da altro da sè.

Ma interpretare un Tema Natale non significa “svelare” una configurazione che destina la persona a vivere determinate esperienze in un modo prestabilito, ovvero a subirle. Significa, invece, consentire alla persona stessa di arrivare a conoscere la propria intrinseca natura, accettarla e, grazie alla consapevolezza acquisita, consentirle di comprendere che ruolo abbia nel determinare quelle stesse esperienze.

Sarebbe certamente ingenuo asserire che tutto ciò che ci accade nella vita sia responsabilità nostra ma ciò che ci accade, più spesso di quanto crediamo, è responsabilità nostra almeno in parte.

Quando si è bambini non si ha nessuna responsabilità oggettiva per i torti o i maltrattamenti subiti e purtroppo, spesso, non si ha neppure la possibilità di sottrarvisi ma da adulti questa responsabilità ce l’abbiamo.

Se vi è una tendenza soggettiva alla deresponsabilizzazione significa che la persona ha bisogno di imparare ad aprirsi ad una diversa visione di sé stessa e dell’altro e in questo l’Astrologia  – e la visione del mondo ad essa  sottesa –  può essere davvero di grandissimo aiuto.

In primo luogo, infatti, l’Astrologia rimanda ineludibilmente al riconoscimento dell’alterità, al riconoscimento dell’altro come amico e fratello e non come rivale, ostile e causa dei nostri mali; in secondo luogo l’Astrologia – e quella moderna nello specifico – richiede a chi voglia avvalersene come strumento di crescita e conoscenza personale, lo sviluppo e l’esercizio di una coscienza critica.

Sono sempre più convinta che il lavoro più grande e  utile che può essere fatto nell’ambito di una consulenza astrologica sia proprio quello di aiutare la persona a sviluppare la consapevolezza che non c’è un solo modo di vivere il proprio Oroscopo.

Se è vero che la nostra Carta rappresenta anche la nostra predisposizione innata a percepire le esperienze, cioè rappresenta il nostro modo soggettivo di vedere il mondo e di attribuire ad esso un significato, allora è anche vero che l’interpretazione astrologica può aiutare la persona  ad aprirsi ad alternative che prima non era in condizione di considerare.

Includere alternative alla nostra visione soggettiva è il primo vero passo verso il cambiamento.

Immagine: Dipinto di Hani Badawi Leo

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